“La più antica icona di San Paolo” è stata definita dal quotidiano della Santa Sede L’Osservatore Romano, domenica 30 giugno, quella scoperta pochi giorni prima nella catacomba romana di Santa Tecla, sulla via Ostiense, vicinissima al complesso della Basilica di San Paolo fuori le Mura. Si tratta di un affresco del IV secolo riportato alla luce durante un intervento di restauro promosso dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.
“Il viso di Paolo ha le sembianze di un ispirato filosofo, dall’espressione esangue, sospesa tra inquietudine e serenità” ha scritto il prof. Fabrizio Bisconti, magister della Pontifica Accademia Cultorum Martyrum. L’archeologa Barbara Mazzei ha precisato che l’inatteso rinvenimento è avvenuto nell’unico cubicolo decorato della catacomba, il cui stato di conservazione risultava compromesso; per rimuovere lo spesso strato di fango argilloso che si era indurito con il tempo, ha fatto uso del laser, il cui raggio, oltre a rendere i colori inalterati, ha aiutato a rimuovere le sostanze che si erano sovrapposte nei secoli. L’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, nel sottolineare che “vicino allo straordinario volto di Paolo c’è anche quello di Pietro, meno conservato ma suggestivo – segno, ha aggiunto, di quella concordia apostolorum tanto cara alla Chiesa del IV secolo” – ha definito l’evento “straordinario” perché “suggella in modo inatteso e sorprendente le iniziative che hanno cadenzato questo denso anno giubilare”.