La Comunità di Sant’Egidio celebra ogni anno, nel cuore della settimana Santa, una memoria dei “nuovi martiri”, con una liturgia della parola arricchita di alcuni gesti che si ispirano alla celebrazione compiuta da Giovanni Paolo II al Colosseo durante il Grande Giubileo dell’anno 2000.
Quest’anno è stata una celebrazione che ha raccolto numerose persone che si sono unite alla Comunità proprio per ricordare i “nuovi martiri”. La solenne Eucaristia è stata presieduta dal Cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi.
I martiri “si pongono, con Cristo, al centro della Chiesa, la cui vocazione - come ci ricorda il Concilio Vaticano II – è quella di essere segno e strumento della riconciliazione e della comunione di tutta l’umanità con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”. Lo ha detto il card. Marc Ouellet, durante l´omelia. “Nei martiri, trasfigurati dall’amore di Cristo – ha detto il porporato – contempliamo la bellezza del nostro essere Chiesa, comunità che, nella grazia di Cristo, è seme e profezia di un’umanità nuova, conscia della propria chiamata al destino di unità in Dio”. “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”: è questa, ha ricordato l’esponente della Santa Sede citando le parole di Gesù sulla croce, “la risposta divina alla cosiddetta tremenda banalità del male nell’uomo, che non ha il coraggio di rendersi veramente conto della radicale distruzione che genera, che non ha l’onesta volontà di aprire il cuore allo Spirito della verità”.