Il 25 gennaio di ogni anno, la Basilica ostiense vive un momento di particolare solennità. In tale data ricorre la festa liturgica della Conversione di S. Paolo, in secondo luogo da tantissimi anni è consuetudine di chiudere la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani sul Sepolcro dell´Apostolo, con la celebrazione ecumenica dei Vespri insieme ai "Fratelli separati".
L´illuminazione del sacro edificio, i canti, i suoni, le preghiere nelle varie lingue danno accenti solenni al sacro rito, ma è la presenza del Santo Padre a dare un tono di peculiare fervore all´evento. Il Cardinale Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per l´Unità dei Cristiani, interpretando il comune sentire dei presenti, ha indirizzato un breve saluto a Benedetto XVI.
All´inizio della Sua omelia il Santo Padre ha avuto rispettosi accenti di saluto per Sua Eminenza il Metropolita Gennadios, per il reverendo Canonico Richardson, rappresentante personale a Roma dell´Arcivescovo di Canterbury, per tutti i rappresentanti delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali convenute per l´occasione alla Basilica Ostiense e verso i membri della commissione mista per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali. "Quel che il Signore esige da noi" tratto da un passo del Profeta Michea (6, 6-8), è stato il tema conduttore della "settimana" di questo 2013. Papa Benedetto ha asserito che «Camminare umilmente con Dio, significa anzitutto camminare nella radicalità della fede, come Abramo, fidandosi di Dio, anzi, riponendo in Lui ogni nostra speranza e aspirazione, ma significa anche camminare oltre le barriere, oltre l´odio, il razzismo e la discriminazione sociale e religiosa che dividono e danneggiano l´intera società». Citando un documento del Concilio il Santo Padre ha aggiunto che "non ci sarà vero ecumenismo se non sarà accompagnato da gesti concreti di conversione che muovano le coscienze e favoriscano la guarigione dei ricordi e dei rapporti (Unitatis reintegratio n. 7).
La gente, quest´anno particolarmente numerosa, che assiepava la navata centrale della Basilica Paolina, esternando calore e partecipazione al Santo Padre, voleva forse dare un segnale che l´Ecumenismo va costruito tenendo conto anche delle spinte che vengono dal basso, dal vissuto cristiano, del Popolo di Dio?