Constatata l’improrogabile necessità di dotare la Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura di alcuni essenziali servizi per l’accoglienza dei pellegrini, nel 2007 vennero avviati lavori di scavo nella zona sud-ovest, a ridosso dell’Orto dell’Abbazia, per intraprendere gli studi relativi alla realizzazione di un edificio polifunzionale. I lavori di scavo durarono circa due anni, poiché diedero ben presto alla luce una serie di reperti archeologici risalenti all’epoca altomedievale. L’edificio polifunzionale venne eretto, ma la parte interrata fu destinata ad accogliere una “zona di tutela e salvaguardia” dei singolari resti, di cui vi era cenno solo in una lapide conservata presso l’Abbazia e risalente al tempo di Papa Gregorio Magno (590-604). In essa si allude ad una comunità femminile di un monastero con un oratorio dedicato a Santo Stefano. E, infatti, i lavori di scavo hanno consentito di far emergere i resti di un’ampia sala accoglienza-refettorio, di un portico, di colonne, di un pozzo, di una torre campanaria e di un porticato che, dalla Porta di San Paolo, accompagnava i pellegrini nel loro pellegrinaggio alla Basilica. Le indagini archeologiche e le attività di recupero e di conservazione sono state condotte sotto la Direzione dei Musei Vaticani e con la collaborazione del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, della Scuola di Specializzazione in Beni architettonici e del paesaggio dell’Università “La Sapienza” di Roma, dell’Amministrazione della Basilica di San Paolo. Il sito, vasto circa mille metri quadrati, propone ai pellegrini e turisti un’esperienza di grande interesse storico ed artistico, grazie anche al contributo didattico fornito da pannelli illustrativi e filmati multimediali distribuiti lungo il percorso di visita.