Il quadriportico è una maestosa architettura di 70 metri per 70. Il pellegrino che lo volesse percorrere incontrerà ben 150 colonne di granito bianco di Montòrfano. Fu progettato da Guglielmo Calderini e terminato nel 1928.
La PORTA CENTRALE è opera di Antonio Maraini (1886-1963). Fu eseguita tra il 1929 e il 1931. È di bronzo, a due battenti. La porta pesa circa 80 quintali, misura m. 7,48 di altezza, m. 3,35 di larghezza. Il piano iconografico, dettato dall’allora Abate Ildelfonso Schuster, mira ad esaltare la predicazione dei due Apostoli nel segno della croce. Questa percorre il portale da cima a fondo, lungo il montante è ornata da tralci di vite ad agemina di argento in cui sono raffigurati, entro ovali con fondo di lapislazzuli, i busti degli Apostoli. Sulla traversa della croce appaiono invece i simboli degli Evangelisti. Nei riquadri dei due battenti sono raffigurati episodi della vita degli apostoli Pietro e Paolo, tra cui l’episodio leggendario del «Domine quo vadis».
La STATUA AL CENTRO E SIMBOLOGIA DELLA SPADA. Eseguita da Giuseppe Obici verso il 1850, rappresenta l’Apostolo con una lunga spada nella mano destra. Perché L’Apostolo viene raffigurato sempre con la spada in mano? Perché fu lo strumento del suo martirio, ma soprattutto perché simboleggia la Parola di Dio di cui Paolo fu araldo e instancabile annunciatore. (Lettera agli Efesini 6,17; Ebrei 4,12) Nella mano sinistra tiene le Lettere che, destinate a Chiese e Collaboratori, ne fanno il primo e insuperato teologo del cristianesimo.
La STATUA DI SAN LUCA. Ai quattro angoli del grande Quadriportico ci sono basamenti, solo uno dei quali è sormontato da una statua eseguita nel 1893 da Francesco Fabi-Altini. È l’effigie di San Luca che fu compagno di Paolo e che nel libro degli Atti degli Apostoli ci tramanda preziosissime notizie sulla vita dell’Apostolo.
La PORTA SANTA (m 3,71 x 1,82) Durante il Giubileo dell’anno 2000, il Cardinale Roger Etchegaray benedice il nuovo portale in bronzo dorato del varco della Porta Santa (v. cap. 1). Le tre formelle lette in verticale esprimono i tre anni preparatori al grande giubileo voluti da Papa Giovanni Paolo II: l’anno dedicato al Padre ricco di misericordia, allo Spirito Santo agente principale dell’evangelizzazione, al Figlio redentore. Alla base della porta si legge in latino: Ad sacram Pauli cunctis venientibus aedem – sit pacis donum perpetuoquoe salus; è un bel distico augurale che si rivolge ai pellegrini di tutti i tempi: a quanti vengono nel santo tempio di Paolo sia concesso il dono della pace e della salvezza eterna.
LETTURA DEL MOSAICO DELLA FACCIATA. Sulla facciata appare una variegata scena musiva eseguita dallo Studio Vaticano del Mosaico, su disegni di Consoni e Agricola, 1854-1874. Frammenti del precedente mosaico del Cavallini (XIII sec.) salvati dall’incendio, sono stati utilizzati per creare un nuovo mosaico all’interno dell’Arco trionfale (v. cap. 3). 1. Nella fascia inferiore si notano 4 grandi personaggi. Sono i profeti maggiori dell’Antico Testamento: Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele, quasi a simboleggiare 4000 anni che hanno preceduto la venuta del Messia. 2. Nella fascia mediana, al centro della scena domina la mistica figura dell’Agnello immolato, dal cui sacrificio sono scaturite le acque della salvezza che si irradiano ai quattro punti cardinali, la redenzione è cioè destinata a tutte le genti, al mondo intero. Ai lati le due mistiche città, a sinistra Betlemme a destra Gerusalemme, dove Cristo diede inizio e compimento alla sua vicenda terrena. 3. Alla sommità, sul timpano, troneggia la figura del Cristo e ai lati, in posizione leggermente inferiore, i Santi Martiri Pietro e Paolo patroni dell’alma città di Roma. Mentre il precedente mosaico poneva Paolo alla destra di Cristo, nell’attuale, eseguito in coincidenza con la proclamazione dell’Infallibilità Papale nel Concilio Vaticano I (1870), Pietro figura alla destra di Cristo: esempio di riflesso nell’arte di un evento dottrinale.